L’arrivo dell’autunno porta con sé non solo foliage e pioggia, ma una rinnovata voglia di bere vini rossi, non ancora troppo pesanti e tannici. Tra questi, sicuramente potreste trovare interessante propendere su un Lacrima di Morro d’Alba doc, una denominazione marchigiana che prevede l’utilizzo di almeno 85% del vitigno Lacrima di Morro d’Alba. Considerato un vero e proprio tesoro nascosto marchigiano ancora troppo poco conosciuto, questo vitigno straordinario produce un vino rosso aromatico e seducente, che incanta i palati di tutto il mondo.
Il Lacrima di Morro d’Alba è un vino che rischiava la scomparsa, ma che ha ripreso vita relativamente tardi con il riconoscimento della doc nel 1985. La sua produzione è consentita esclusivamente nella ristretta area composta da sei comuni di Ancona, di cui Morro d’Alba è il cuore: una zona prevalentemente collinare e dal godibile clima mediterraneo. Trovate qui la nostra selezione di nicchia di bottiglie di Lacrima di Morro d’Alba, e oggi vi racconteremo la sua affascinante storia e le ragioni per cui dovreste assolutamente provarlo!
Lacrima di Morro d'Alba: Storia e citazioni
Il Lacrima di Morro d’Alba è originario dell’omonimo paese nelle Marche “Morro d’Alba”, già castrum romano e poi insediamento medievale (qui avevamo parlato di Morro d’Alba e di una delle aziende più floride nella coltivazione e produzione del Lacrima di Morro d’Alba: Marotti Campi).
Il nome Lacrima deriva dalla caratteristica di questo vitigno di spaccarsi quando è maturo, e letteralmente “lacrimare” facendo uscire il suo succo dalle fenditure che si aprono nella buccia. Ma definire una certa tipologia d’uva con il termine “lacrima” non è certo cosa nuova, ed è una storia che attraversa tutto lo stivale. Il termine “lacrima” usato per definire un acino d’uva che fa uscire il proprio succo a ridosso della vendemmia, è usato infatti da secoli. Per esempio, il medico della corte medicea Francesco Redi, naturalista e accademico della Crusca definì “Sangue che lacrima il Vesuvio” il “Lacryma Christi”, vino celeberrimo nel passato più volte citato nei secoli da personaggi illustri e non. Ne Lettera sui vini, un manoscritto del 1559 di Sante Lancerio, il bottigliere di papa Paolo III, si legge di un vitigno definito “Lagrima”:
“Per tutte le parti del mondo dove si fa vino, si può fare. Si fa nel regno, e viene da più casali e luochi della montagna di Somma. Si domanda Lagrima perché alla vendemmia colgono l’uva rossa, e la mettono nel palmeto, ovvero tina, ovvero, alla romana, vasca. E quando è piena, cavano, innanzi che l’uva si sia bene pigiata, il vino che può uscire e lo imbottano. E questo domandano Lagrima perché nel vendemmiare, quando l’uva è ben matura, sempre geme. Ne viene a Roma poco, ma il meglio è quello della montagna di Somma” (definito così il Vesuvio).
E ancora, in delle carte di casa di una corte cardinalizia maceratese, un manoscritto del 1670, si legge: “Ogn’anno far venir un botticello di lacrima gentile di Napoli”.
Della “Lacrima marchigiana”, dopo l’attestazione della varietà napoletana, ammantata dal fascino eterno del Vesuvio e delle vestigia pompeiane la primissima storica attestazione riguardante i vini di Morro d’Alba l’abbiamo grazie a Federico Barbarossa, che già nel 1167 durante l’assedio di Ancona, scelse le mura di Morro d’Alba come dimora e riparo. Gli abitanti furono costretti a cedere all’imperatore le cose più buone e prelibate, tra cui il famoso succo d’uva di Morro d’Alba.

Proprietà e abbinamenti
Ciò che caratterizza il Lacrima di Morro d’Alba è il suo profilo aromatico. Questo vino è infatti noto per esibire un bouquet di fiori e frutti rossi, ma anche una leggera speziatura.È questo che rende speciale questo vitigno, che sa esprimersi con estrema personalità diversamente da tutti gli altri dislocati per il belpaese. Il vino Lacrima di Morro d’Alba si presenta nel bicchiere con un colore rosso rubino intenso assieme a notevoli ed evidenti sfumature violacee. Quando si ha a che fare con la versione giovane del Lacrima, il profumo vinoso, di cantina e fermentazione è particolarmente presente, dato soprattutto dalla presenza del geraniolo (un particolare alcool terpenico contenuto anche in altre piante). Con l’invecchiamento, i toni passano invece ad un fruttato-floreale di fragola, ciliegino, more, viola e violetta. La struttura è abbastanza corposa e il tannino è sì presente ma mai invadente, garantendo la morbidezza di ogni vino che abbia all’interno il vitigno Lacrima di Morro d’Alba. È interessante far notare come solo pochissimi produttori di Lacrima di Morro d’Alba evitino, per la maturazione del vino, la strada dell’affinamento in barriques, per preservare il carattere floreale e fruttato del vitigno che altrimenti andrebbe disperso con il troppo contatto con il legno.
Nonostante il Lacrima di Morro d’Alba si accompagni bene ad una grande varietà di piatti soprattutto con quelli della gastronomia italiana, tuttavia dà il meglio di sé con quelli della cucina marchigiana come ciauscolo, salame lardellato di Fabriano e vincisgrassi. Da provare con brodetti di pesce e zuppe e la versione passita con dolci secchi o a base di cioccolato. primi piatti al ragù con animali di basso cortile e piatti a base di carni bianche. Contrariamente a una tendenza diffusa, possiamo accostarlo anche ad alcuni antipasti marinati a base di pesce azzurro per esempio o ad alcuni tipi di brodetto di pesce all’anconitana. Alcune varianti di questo vino rientrano nelle tipologie di vino-frizzante e vino-amabile e sono consigliati da gustare a fine pasto.
Nel nostro e-commerce trovare una selezione di Lacrima di Morro d’Alba particolari come la Lagrimetta di Bolognini, dagli intensi sapori floreali o quella spumantizzata di Marotti Campi, adatta a qualsiasi momento della giornata!
Concedetevi una bottiglia e lasciatevi sedurre da questo straordinario vino marchigiano. Alla salute!