Su due versanti opposti del territorio definito Castelli di Jesi, la proprietà di Pievalta si estende per 40 ettari circa, coltivati tra Verdicchio e Montepulciano in agricoltura biologica e biodinamica. Un territorio, quello dell’Esino, dove la cultura vitivinicola mista a quella storica, artistica e gastronomica profuma un po’ di mare, un po’ di collina e un po’ di montagna.
Vigne e viticoltura biodinamica di Pievalta
La cantina Pievalta prende il nome dalla piccola pieve posta all’ingresso della proprietà. Silvano Brescianini, CEO di Barone Pizzini, capitò nelle Marche in cerca di vigneti di Verdicchio da acquistare e accorgendosi dell’enorme potenzialità di questo territorio per la produzione di vino di ottima qualità, decise di dar vita al progetto marchigiano su idea franciacortina.
Quando siamo andati a trovarli recentemente, Silvia Loschi e suo marito Alessandro Fenino erano intenti nella cura minuziosa della vigna, utilizzando tecniche di viticoltura biodinamica come l’utilizzo di sovesci di leguminose, rotazioni, corni, preparato 500 e 501, difesa fitosanitaria assieme all’utilizzo di contenitori di cemento restaurato e botti grandi di legno, lavorando in sottrazione.
Gli ettari di Pievalta, che poggiano sulle colline dei Castelli di Jesi, un tempo fondale del Mar Adriatico con più di 5 milioni di anni, si estendono su due opposti versanti della valle dell’Esino. Questi suoli e microclimi diversificati danno vita a vini dalle caratteristiche differenti.
A Maiolati Spontini sul Monte Schiavo, a sinistra dell’Esino i terreni sono argillosi-calcarei, caratteristiche che conferiscono ai vini sensazioni minerali e fresche. Qui si trova anche la sede della cantina e l’unica parcella di Montepulciano coltivata da Pievalta. Da qui nasce il Campo del Noce.

Marche Rosso igt Campo del Noce 2018 Pievalta
Dall’unica parcella di rosso della cantina coltivato a Montepulciano nasce il Campo del Noce della cantina Pievalta…
aggiungi al carrelloQuello che viene iperbolicamente chiamato “Monte” Follonica per la sua cima sferica puntellata da querce e ginestre separa Cupramontana da San Paolo. Ed è qui che c’è la “Vigna San Paolo” posta ad un’altitudine più elevata rispetto alle altre zone e con forti pendenze da cui si vede il mare e sulla cui sommità si trova una torre di avvistamento longobarda che testimonia l’esistenza medievale del “Castrum Follonice”. Qui si coltivano 5,30 ettari di Verdicchio. Essendo posta ad un’altitudine più elevata rispetto alle altre zone, questa vigna è considerata un’area di elezione per il Verdicchio da cui viene prodotta la Riserva.

Castelli di Jesi Verdicchio Riserva docg San Paolo 2020 Pievalta
La vigna “San Paolo” è quella con altitudine maggiore della cantina Pievalta, azienda con impronta franciacortina su territorio di Jesi….
aggiungi al carrelloLe altre due zone sono state acquisite più recentemente:
- A Cupramontana, considerata capitale del Verdicchio, sorge il nuovo impianto realizzato nel 2019-2020. Qui vengono coltivati 6,3 ettari di Verdicchio caratterizzati da forti pendenze.
- A Montecarotto in contrada Busche, si trovano 4,4 ettari.
San Paolo: vino pluripremiato
Il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva 2019 è stato premiato come miglior vino bianco d’Italia 2023 secondo il Gambero Rosso. Il riconoscimento di una delle più importanti riviste del settore è stato celebrato a Roma con una verticale di San Paolo, che ha preso il via dalla 2006. Questo vino incredibile svolge un affinamento di 21 mesi in acciaio, cemento e botte grande e prima di essere commercializzato ne fa altri 6 in bottiglia. Un vino strutturato, elegante, complesso con durezze e morbidezze ben equilibrate, dotato di una bella sapidità ed una notevole persistenza. In un’unica parola? Armonioso.
L’annata 2020 si è poi conquistata recentemente anche il premio come Top Wine conferito da Slow Wine e Pievalta è stata riconosciuta ancora una volta come meritevole della loro celebre “chiocciola”.
Ma non è solo il San Paolo a conquistare i palati più raffinati ed esigenti. Il Perlugo, per esempio, si dimostra una validissima alternativa a Metodi Classici più blasonati. Rifermenta 24 mesi di rifermentazione in bottiglia proveniente da uve Verdicchio. Uno spumante di grande personalità, non dosato, dedicato ad Ugo, una delle persone che ha creduto fortemente in Pievalta e un omaggio alla Barone Pizzini ed alla sua storica tradizione spumantistica.
Poi ci sono il Tre Ripe e il Dominè: sempre Verdicchio dei Castelli di Jesi ma provenienti da suoli completamente differenti.
Il territorio dei Castelli di Jesi rappresenta un luogo della cui vocazione vinicola già scrisse, nel 1970, Mario Soldati nel suo “Vino al vino” quando degustando un vino bianco della zona lo definì così buono da affermare: “non c’è, nemmeno, Chablis che tenga. Siamo in presenza di un prodigio”.